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Jodi's Art

Nel campo musicale Johannes sembra far convergere su un unico piano gran parte di ciò che caratterizza la sua opera: la sapienza tecnica e l’ironia si fondono con la sperimentazione estetica e sonora.
L'artista realizza strumenti musicali unici, dalle forme e i funzionamenti inconsueti, oppure si ispira a quelli tradizionali, che scompone ed assembla sotto nuovi profili. Questi insoliti strumenti si suonano con tecniche esecutive diverse da quelle tradizionali e producono, evidentemente, sonorità altrettanto eccezionali.

Si suddividono tra strumenti che producono suoni elettronicamente e altri in cui sono prodotti acusticamente. Impiega anche dei filtri meccanici: il suono viene prodotto elettronicamente, poi viene filtrato da materiali diversi come molle, lamiere, bulloni, per poi essere recuperato e amplificato attraverso l’uso di microfoni. Dunque il suono passa attraverso gli oggetti, rispondendo al desiderio quasi fanciullesco, di scovare e carpire il suono stesso della materia.

La sperimentazione acustica si mescola a quella scultorea: è consolidata abitudine dell’artista dotare ogni circuito costruito per le sue opere cinetiche di un'uscita audio, quasi a complemento di una mistica operazione demiurgica dove l’essenza della vita non può prescindere dalla presenza di suono. Johannes inizia a comporre musica in una sorta di percorso naturale tra la costruzione di strumenti non convenzionali e la loro applicazione. Nei suoi brani è forte la pulsione ad uscire dai “ranghi". Queste regole sono percepite come limitanti, appartenenti ad un modo della comunicazione che tende a semplificare il ruolo dell’ascoltatore, privandolo nello stesso tempo delle infinite possibilità esperienziali raggiungibili attraverso l’avventura sonora. La musica di Johannes è quindi pregna di un moto di protesta al convenzionale, al "normalmente percepito e accolto". Negli anni sono numerosissimi gli incontri con musicisti e sperimentatori di ogni genere: ha suonato con jazzisti, musicisti classici, professionisti del bel canto e bambini, collezionando interminabili ore di registrazione, che corrispondono ad un pari numero di stati di coscienza attraverso i quali l’artista può esplorare ed insieme descrivere il suo mondo visionario ed emotivo. L'album "Le voci del vento" nasce da questo tipo di percorso creativo: l'ascolto ripetuto di ore di registrazioni prodotte dalle sue Arpe Eoliche, ovvero strumenti concepiti per stare all'esterno, dotati di pic-up che catturano il vento e che, grazie all’amplificazione, producono suoni. Per l'artista fu un'esperienza illuminante: "un prodotto non creato da mente umana, ma invece il caos e la casualità della natura che si manifestano in tutta la loro bellezza e armonia”.

  2018   Created by  Roberto Ninarelllo  &  MariaNovella Carniani 

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